Artisti Prefe – Keith Haring

Una tela grande come tutto il mondo! A Keith Haring come a tutti i ribelli di professione le cose conformiste non sono mai andate a genio, perché accontentarsi di una piccola tela quando hai a disposizione le pareti della città più bella d’America?

Tutti almeno una volta nella vita ci siamo trovati davanti a un simpatico disegno dell’artista, le sue opere fanno parte dell’immaginario POP e ormai ricoprono camicie, cappelli, orologi ,mobili, borse, cartelloni pubblicitari, skateboard, quaderni e probabilmente anche microonde: i suoi graffiti sono i più bramati dai brand di tutto il mondo per lanciare collaborazioni dal sold out garantito, ma da dove nasce tutto questo?
 
Prendi la super creativa e caotica New York degli anni sessanta, le pubblicità sui billboard, i club leggendari della grande mela e le metropolitane affollate, mescolali con la grinta di un ventenne, la moda e un bel po’ di colore….”shakera” bene tutto con cura e otterrai il giovane Keith Haring con il suo studio nella Ventiduesima strada intento a dipingere il suo universo fatto di omini ballerini, cani e cuori stilizzati coloratissimi.
I soggetti delle opere di Haring dipinti con tratti elementari e riempiti di colore sono in grado di rapire lo spettatore e condurlo in un universo psichedelico dove tutto sembra così felice e pieno di gioia.

L’artista è definito uno dei padri della Street Art, i suoi graffiti portati a spasso dai treni delle metropolitane Newyorkesi hanno avuto la capacità di uscire dall’undergroud per arrivare in superficie fino alle pareti delle gallerie più prestigiose del mondo, diventando un vero e proprio culto per gli appassionati d’arte di tutto il globo.

La sua crociata contro l’arte di nicchia ha portato l’artista a dipingere le sue opere in qualsiasi superficie possibile e immaginabile delle città rendendo così l’arte fruibile a tutti e il mondo un posto un po’ più colorato e felice.

Se ti capita di passare per Pisa ti consigliamo un pit stop in Via Riccardo Zandonai per ammirare “Tuttomondo” l’ultima grande opera dell’artista dipinta sulla maestosa facciata della Chiesa di Sant’Antonio nel 1989.

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